"Il Consiglio Regionale che si sta insediando in questi giorni dovrebbe annullare quanto fatto (o non fatto) finora sulle fusioni tra comuni e dovrebbe interessare le strutture regionali per redigere, prima, e approvare, dopo, una legge regionale che faciliti le aggregazioni municipali. In particolare, l'interesse generale è di orientare i comuni di piccolissima dimensione che, in caso di fusione, potrebbero recuperare le risorse liberate dallo sfruttamento delle economie di scala. A tutela dei cittadini, la cui domanda di servizi è spesse volte non soddisfatta". Lo afferma Francesco Aiello, già candidato alla presidenza della Regione con il M5S, nonché professore ordinario di Politica Economica all'UniCal.
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"Per avere una buona legge devono essere soddisfatte tre condizioni. La prima – scrive Aiello - riguarda la condivisione della necessità di avere una legge che tenda a favorire e, quindi, a non ostacolare i processi di aggregazione tra i comuni. Poche regole, chiare e semplici. Senza grovigli ed eccesso di norme. Copiamo (ma bene) dalle altre regioni.
La seconda condizione è di puntare i riflettori sui piccoli comuni (la stragrande maggioranza in Calabria), i cui disagi economico-finanziari potrebbero essere in parte risolti dal recupero di efficienza che si avrebbe dall'istituzione di comuni di maggiore dimensione. Per i comuni piccoli, serve anche che la Regione offra "gratuitamente" servizi di assistenza per spiegare l'iter della fusione e - laddove richiesto - per redigere nelle stanze della Cittadella Regionale un report di sintesi sui vantaggi e sugli svantaggi del progetto di fusione.
La terza condizione è legata al fatto che non basta avere una "buona" legge. E' necessario anche che la Regione Calabria "investa" sulle fusioni, prevedendo degli incentivi decennali di natura monetaria per i comuni di nuova istituzione. Nel bilancio regionale occorre vincolare risorse per sostenere le fusioni.
Tutto ciò si verifica nelle regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto) che hanno predisposto leggi regionali a sostegno dei processi di aggregazione tra amministrazioni comunali, tant'è che oggi le fusioni possono essere considerate un "fenomeno settentrionale" (senza alcuna perdita di identità delle comunità).
Per conseguire questi obiettivi – conclude Aiello - non è necessario che la stesura della proposta di legge venga affidata a consulenti esterni, ma è sufficiente che ad occuparsene siano gli uffici regionali della Regione Calabria. Esistono, infatti, professionalità in grado di soddisfare "in economia" la domanda istituzionale di redigere una proposta di legge".