A proposito delle elezioni europee: Falcomatà, Pd, Lucano, sinistra e astensione

Elezioni europee Calabria 2di Nino Mallamaci* -Ci sono, ovviamente, molti temi sui quali riflettere dopo il risultato delle Europee. Tento di procedere con ordine.

Falcomatà e il PD

Oggi il sindaco di Reggio, con un ragionamento che va dal fantasioso al comico, si intesta la primazia del PD in città, che, a suo dire, sarebbe ascrivibile ai meriti dell'Amministrazione comunale. Su questo argomento vi sono alcune considerazioni da fare. Innanzitutto, mai come in questa occasione il voto per il Parlamento europeo è stato espresso su motivazioni basate sullo scenario continentale e nazionale. Chi ha scelto il PD, e confesso di averlo fatto anche io per la prima volta, in massima parte è stato spinto da una duplice volontà: di contrastare efficacemente l'onda nera che rischiava di sommergere l'Unione; di porre un freno all'avanzata della Lega in Italia. Trarre buoni auspici da questa tornata elettorale, come fa il sindaco, si rivelerà una pia illusione. Ricordo che nel 1994 e nel 1995, quando il centrosinistra perse le elezioni, mi recai da Italo Falcomatà per sapere quale sarebbe stata la posizione da prendere, ritenendo che il governo cittadino (lui sindaco, io assessore) avrebbe pagato quei risultati, forse anche con le dimissioni. Lui, alla mia domanda : "Che facciamo adesso?", rispose serafico: "Niente, andiamo avanti". Le vittorie successive hanno dimostrato che aveva ragione lui: non si dovevano mischiare i due piani, anche se allora si trattava di politiche e regionali, e il fossato tra le due situazioni non era così largo come adesso.

Per andare sul generale, il PD ha ricevuto consensi (in percentuale, su quest'aspetto ci torno) maggiori rispetto al 2018 non per quello che ha fatto da allora ad oggi, ma, essenzialmente, per due motivi: 1) per ciò che la Sinistra non è riuscita a realizzare per essere credibile, e cioè creare un minimo di unità uscendo dal solito, stucchevole, autolesionista, stomachevole gioco di gelosie, distinguo, veti incrociati; 2) per un investimento sul PD retto da Zingaretti, col rimpianto per tutto il tempo colpevolmente sprecato dopo il 4 marzo 2018, con la speranza che il consenso ricevuto venga impiegato da questo partito per creare una vera alternativa di sinistra, avvicinandosi ai ceti deboli, ai lavoratori, alle periferie sociali e urbane, offrendo una casa politica ai tanti che, pur credendo nei valori e nei principi della Sinistra, e pur partecipando alle iniziative di popolo, non si sentono rappresentati e non votano, oppure si rifugiano per un impulso di pancia in movimenti populisti e di protesta.

Lucano e la Sinistra

Ancora una volta devo ricorrere a Italo. Al primo tentativo, la formazione della Giunta con Falcomatà sindaco fallì. In quella fase, nell'organigramma che era stato presentato io non ero presente. L'argomento da me utilizzato nel rifiutare di essere incluso tra gli assessori fu lo stesso di quello messo in campo dal mio amico e compagno Mimmo Lucano opponendosi strenuamente alla sua candidatura alle Europee: fin dal principio, proponendo la Giunta del sindaco con a capo Falcomatà, avevo dichiarato che io non ne avrei fatto parte, ciò per non dare forza e legittimazione al pensiero che l'avessi fatto per scopi personali. Ma, al secondo tentativo, fu Italo stesso a dirmi, con un tono che non ammetteva repliche, di non sognarmi di fare discorsi del genere: "Tra sei mesi o un anno non si ricorderà nessuno, e nel frattempo non avrai fatto cose che potresti fare bene, con danno tuo e mio". Ora, con tutto l'affetto e la stima che nutro per Mimmo Lucano, devo dire ciò che è successo, e cosa ne penso, anche se so che il mio ragionamento potrà suscitare polemiche. Mimmo è stato scongiurato, anche con un appello sottoscritto da centinaia di persone di tutta Italia, di promuovere un'iniziativa dal basso per una lista di sinistra alla quale avrebbero potuto aderire i cittadini, le associazioni, i partiti, che si riconoscevano nella sua battaglia umanitaria. Non c'è stato nulla da fare. In più, io gli ho anche chiesto di non candidarsi a Riace, in quanto una eventuale, per me probabile, sconfitta, l'avrebbe esposto agli strali e alle battute scomposte degli avversari suoi e del modello di accoglienza da lui creato.

--banner--

Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti e, anche se non è scontato, un progetto con Mimmo Lucano in posizione preminente e di collante avrebbe dato lo slancio necessario per arrivare al risultato, che invece è il seguente: nessun parlamentare europeo, il Consiglio comunale di Riace privo di Mimmo Lucano, nessuna personalità col suo spessore, la sua credibilità, la sua storia, a perorare la causa dei "numeri zero", per usare una sua espressione, nella massima assise elettiva continentale. E torno a Italo: chi si ricorderà della rinuncia di Mimmo tra 6 mesi o un anno? La domanda è retorica: nessuno! Servirà essa per calmare la cagnara intorno alla sua splendida persona? Domanda retorica, come la precedente.

Astensione

Riguardo a questo aspetto, mi preme sottolineare un fatto. In Calabria, e nel meridione in genere, la partecipazione al voto è nettamente inferiore rispetto alle altre regioni. Si tratta, tuttavia, di un dato drogato, che non tiene conto dei residenti effettivi, e non solo anagrafici. Intere realtà locali sono soggette a spopolamento crescente, i giovani vanno via in centinaia di migliaia. Quanti di essi tornano per votare se non sono pungolati, come avviene in parte per le elezioni comunali, dalla presenza del parente o dell'amico? Il fenomeno della diserzione dalle urne va quindi esaminato anche alla luce di un dato inconfutabile: una popolazione in diminuzione e invecchiata non può non influire su di esso, e ciò dovrebbe indurre, nell'analisi, a maggiore cautela.

Altra questione attinente all'astensione, e che riguarda il PD. I difensori più strenui e irriducibili del vecchio corso del rottamatore si affannano a mettere in evidenza che il partito è sì cresciuto, ma solo in termini percentuali, mentre ha perso in termini assoluti, rispetto all'anno scorso, un centinaio di migliaia di voti. Un argomento risibile, che non tiene conto, appunto, della platea dei votanti. Ma questo argomento, al di là della sua pochezza, è allarmante per ciò che significa. Perché, alla fine, dopo i disastri che hanno quasi cancellato la Sinistra e consegnato il paese alla Destra fascisteggiante e xenofoba e al populismo, esistono ancora sacche di resistenza, paragonabili ai famosi soldati giapponesi sull'isola del Pacifico. Bisogna avvertirli che quella stagione si è chiusa miserabilmente e ineluttabilmente. Che è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e di remare tutti dalla stessa parte. Il nemico da "asfaltare" sta dall'altra parte, ed è forte e pericoloso come mai prima.

*Avvocato e scrittore