Il triste ritratto del Tdl su Mimmo Lucano. Soldi, voti e ambizioni elettorali: un politico come tutti gli altri

lucano4di Claudio Cordova -  È un brusco ritorno alla realtà quello che si vive leggendo le motivazioni con cui il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha mandato in esilio Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace, coinvolto nell'inchiesta "Xenia". E la sensazione va ben oltre il lato giudiziario, che non è assolutamente definitivo, né può essere considerato, ovviamente, una condanna anticipata. Ma riconsegna una immagine "nuova" di Lucano: non più un sindaco, un uomo, anti-sistema che, in nome di un'idea ha disobbedito violando la legge (e quindi dovendone rispondere), ma un politico "come tutti gli altri". Il Tdl infatti usa parole che spesso vengono adoperate nei confronti dei politici nostrani, parlando di manovre politiche ed elettorali.

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Per il Collegio presieduto da Tommasina Cotroneo il "Modello Riace" sarebbe esistito quasi esclusivamente per permettere a Lucano di continuare la propria ascesa, dopo gli anni dell'inserimento da parte della rivista "Fortune" tra gli uomini più influenti del pianeta. Verrebbe così smontata l'immagine romantica del sindaco dell'accoglienza che ha commosso mezzo mondo. Si parla di "delirio di onnipotenza" e di "volontà pervicace e inarrestabile di mantenere quel sistema (da notare che il Tdl non parla di "modello", ndr) rilucente all'esterno, ma davvero opaco e inverminato da mille illegalità al suo interno". E questo, purtroppo, non riguarda quanto già conosciuto con l'ordinanza di alcuni mesi fa: la celebrazione di matrimoni fasulli per evitare l'espulsione dei migranti e l'assegnazione diretta dell'appalto per la raccolta dei rifiuti da svolgere con gli asinelli furono giudicati da molti peccati veniali.


"Le cifre sciorinate dal Lucano - è scritto nelle motivazioni - come corrisposte ai dipendenti delle associazioni sono elevate, ma egli (Lucano) non fa mistero della necessità del mantenimento di questo ingranaggio per potere ancora gestire la cosa pubblica e mantenere così quel modello Riace, o meglio i numeri per Riace che avrebbe dovuto continuare a essere modello nella immagine restituita al mondo intero".


Intercettazioni fin qui ignote tratteggiano la figura di un sindaco che pensa a soldi, voti e alla propria carriera. E questo non può che fare male. Perché si pensava che Lucano potesse essere diverso. O forse i calabresi fiaccati dalla delinquenza dei propri politici, lo speravano. Fu enorme, infatti, l'onda di solidarietà nei confronti di Lucano dopo la notizia degli arresti domiciliari. In tanto si riversarono a Riace come segno di resistenza. Per il Tdl, Lucano trattava gli immigrati residenti a Riace non come persone, ma come numeri: "La sua preoccupazione non era quella di mandare via da Riace gli immigrati non più legittimati, lasciandoli in balia della loro sorte, ma che venissero a mancare i numeri, anche in ragione del fatto che i nuovi rifugiati stavano diminuendo, con la conseguenza che la Prefettura non avrebbe più corrisposto finanziamenti. Ed ecco che le persone, la cui sofferenza e il cui terribile vissuto verrebbero da Lucano portate a vessillo del suo agire, si trasformano contraddittoriamente in freddi numeri".


"Egli vorrebbe mandare via quei parassiti, sottolinea il Riesame, da lui stesso assunti e remunerati ma la politica intesa certo, non nella sua accezione pura, glielo impediva così come il pacchetto di voti che a lui sarebbe derivato da quel sistema parassitario che gli consentiva di mantenere quel modello Riace, viziato ab origine". Un'altra intercettazione è indicativa sul punto. Lucano: "La politica mi tiene a me, sennò un minuto ci stavo a mandare a casa, la politica di merda mi tiene non pensare...perché soltanto di Città Futura (una delle associazioni estranea però, dall'inchiesta della Procura ndr) sono 100 voti, mi sono fatto un conto, tutti quelli che lavorano".


Il Tdl mette anche in dubbio la tesi sostenuta fortemente da Lucano e dai suoi fan. Quella, cioè, di non aver intascato nemmeno un centesimo. Ma per il Tdl è "suscettiva di rigoroso accertamento". Da ultimo, fa male leggere i calcoli politici del sindaco dell'integrazione e dell'accoglienza, che progettava una candidatura alle Politiche come capolista, al fine di arginare l'azione giudiziaria nei suoi confronti: "Per quanto riguarda gli aspetti giudiziaria così a me conviene..ma intanto ovviamente accetto solo se sono primo della lista..." direbbe in una conversazione intercettata. I riferimenti a Piero Grasso, Laura Boldrini e alla allora nuova formazione politica Liberi e uguali (nel frattempo già morta) tradiscono le ambizioni di Lucano:"Liberi e uguali riesce a prendere solo uno (posto) in tutta la Calabria al proporzionale". Da qui i calcoli di Lucano.


Calcoli, come li avrebbe fatti qualsiasi altro politico.