Ergastolo ostativo, Rosanna Scopelliti: “Sentenza Cedu indebolisce certezza pena”

"La sentenza della CEDU mi lascia perplessa perche' va ad indebolire il principio della certezza della pena, togliendo al legislatore la possibilita' di riconoscere la specificita' di alcuni reati. E se si mette in discussione la certezza che se sei mafioso, ammazzi, ordini stragi, colpisci lo Stato in un qualche modo la pena che ricevi, per quanto dura, puo' essere alleggerita o che la scelta di collaborare non serve a offrirti dei benefici, allora si mette in discussione tutto il percorso fatto fin qui dai magistrati. Ci si indebolisce". Lo afferma Rosanna Scopelliti, figlia del Giudice Antonino Scopelliti, ucciso dalla 'ndrangheta e presidente della Fondazione che porta il suo nome.
"Sono rimasta indifferente alla notizia della morte di Riina. Ho sempre sostenuto che lo Stato, diverso dalla mafia, avesse il dovere di garantire in carcere tutte le cure necessarie fino all'ultimo istante di vita anche al piu' pericoloso e sanguinario dei mafiosi. E credo fortemente, cosi' come lo credeva papa', che il sistema carcerario debba essere finalizzato non solo alla pena, ma al reinserimento nel tessuto sociale per chi ha una condanna da scontare e alla rieducazione ("riumanizzazione", mi piace pensare) anche per chi concludera' la propria esistenza in cella".

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"Tutto nasce dal grande equivoco di aver chiamato queste persone 'pentiti' - spiega Rosanna Scopelliti - , il pentimento e' una cosa intima, allo Stato e per certi versi anche a noi vittime, interessa solo che collaborino, che mandino in galera altri mafiosi, che ci dicano chi ha premuto quel grilletto, dove e' stato sepolto quel bambino, chi ha ordinato chiudere la bocca a quel giornalista. Guardiamoci in faccia: crediamo davvero che i collaboratori di giustizia siano tutti pentiti dei reati commessi? Io no. Ma credo che la scelta di collaborare, anche solo per avere dei benefici, sia necessaria. Questa e' una lotta che non si puo' vincere a mani nude. I magistrati fanno l'impossibile, ma non sono super eroi. E, citando papa', 'il codice di procedura penale non e' fatto per i birbanti, ma per gli onesti'. Ecco diamo agli onesti la certezza che i mafiosi scontino una pena commisurata alla loro violenza, senza permessi premio o alleggerimenti senza avere, noi Stato, nulla in cambio".